IL MANIFESTO DELL’ASSOCIAZIONE BARETTI

1. Chi/Cosa siamo

  • L’Associazione Baretti nasce a San Salvario: in questo territorio trae ispirazione per la sua vocazione interculturale, ha rapporti con le agenzie socio-culturali locali, basa la sua azione a partire dal cineteatro di via Baretti 4.
  • L’Associazione Baretti rivela il suo significato più profondo quale strumento di cittadinanza attiva, parte di un luogo comune che abitiamo e vogliamo rendere migliore: in questa accezione il suo inter/agire non è limitato al solo quartiere di San Salvario.
  • Consapevoli come siamo dell’interdipendenza delle vecchie e nuove cittadinanze vediamo nella promozione ed educazione culturale il veicolo per la creazione di un capitale sociale concreto e duraturo.

2. Cosa vogliamo

La vocazione dell’Associazione Baretti è creare valore culturale, al fine di contribuire alla crescita civile e al miglioramento della propria porzione di mondo. La nostra finalità consiste nel:

  1. creare percorsi originali e inediti,
  2. realizzare opportunità per chi ne ha solitamente meno,
  3. valorizzare storie e talenti poco diffusi,
  4. facilitare l’accesso – sia dal punto di vista economico che di partecipazione attiva – a prodotti culturali di qualità.

3. Che valori abbiamo

Solidarietà
Intesa come partecipazione alle vicende del territorio e della comunità che ci circonda valorizzando le voci più deboli e meno ascoltate. In particolare, dare corpo alla solidarietà significa interpretare la nostra azione quale servizio nei confronti della comunità nella quale viviamo, inserendoci in quella frattura tra chi opera nel sociale e chi “fa” cultura.

Qualità
Essere creatori e promotori di bellezza migliora l’habitat nel quale viviamo e pone le premesse per la generazione di un pubblico reattivo e creativo. La proposta culturale dell’Associazione Baretti intende perciò facilitare l’accesso a programmi di alta qualità e a contribuirne alla realizzazione in ogni ambito d’intervento.

Ascolto
Per costruire percorsi culturali di integrazione e di bene comune è necessario contrastare una naturale tendenza all’autoreferenzialità e farsi guidare quanto più possibile dalle situazioni, dai bisogni, dai desideri, dalle storie sia del territorio che dei soci nel loro complesso.

4. Come operiamo

  • Crediamo nel no-profit quale modalità di reintrodurre nel circuito progettuale ogni eventuale avanzo economico realizzato con l’attività associativa, perché vediamo nella crescita di capitale sociale il dividendo più spendibile con i nostri compagni di viaggio e con le generazioni future.
  • Esistono ruoli diversi, che danno conto della ricchezza dei contributi che possono essere offerti per il raggiungimento degli obiettivi finali. Sulla base dell’esperienza sin qui raccolta possiamo distinguere ruoli diversi e definiti non tanto in base a parametri di onerosità/gratuità o volontarietà/professionalità della collaborazione, quanto piuttosto in riferimento al tipo di investimento che la persona sceglie di realizzare.
  • La partecipazione a network territoriali e di settore, perché di sola cultura si muore e il collegamento con le realtà operanti nell’ambito di riferimento fornisce il respiro e la lucidità per non perdersi nell’introspezione.
  • L’autogestione democratica, quale forma di emancipazione dai patronage economici o di partito.

Conclusione
Partecipare ad un progetto di cittadinanza attiva non è solamente stare in un luogo, o in un’associazione.
Significa conoscere, costruire, farsi abitare da esso, trasformarlo, mettersi in relazione.
La spazio creativo e partecipativo del singolo si fonde con quello dei compagni di viaggio, avendo in mente un orizzonte che trascende il disegno individuale.
Per questo partecipare a tale progetto è felicità, protagonismo e divertimento; ma anche fatica.
Si tratta di condividere un posto con qualcuno che è al tempo stesso “altro” e “parte” di me.

Torino, 28 giugno 2010

Foyer della sala del CineTeatro Baretti